FAREWELL MARJAN... Marjan, the one-eyed lone
lion is no longer the king of
Kabul zoo
PICTURES from the grenade attack!
AL PASTIFICIO MORIRONO TRE DEI NOSTRI (25 GIUGNO 1997)WW>Gianandrea Gaiani (Direttore diAnalisi Difesa.it)
39042 Checkpoint Pasta, una settimana dopo lo scontro mortale del 2 Luglio del 1993
Al Pastificio morirono tre dei nostri
Due luglio 1993. Una data indimenticabile per tutti coloro che hanno partecipato all'operazione Ibis.
Il comando dell'Onu aveva dato il via da meno di un mese alla caccia al leader somalo Aidid, dando inizio ad una serie di incursioni a Mogadiscio che avevano già provocato la morte di decine di somali e 50 caschi blu, mentre un centinaio di soldati dell'Onu erano rimasti feriti. Quel giorno l'operazione Canguro II (rastrellamento su vasta scala) prende il via alle prime luci dell'alba. Obiettivo: il quartiere di Uhara Ade nei pressi dell'ex Pastificio, lungo il Corso 21 Ottobre.
Il quartiere viene circondato dai paracadutisti appoggiati dai carri M 60 della Brigata Ariete e dai blindati della Cavalleria. Alle 7,30 circa 500 militari italiani sono in azione nei pressi del check point "Pasta", quando una prima reazione somala si scatena su una colonna del Genio in transito lungo la strada. Parecchi paracadutisti del 183º reggimento vengono feriti da schegge di granata mentre un lanciarazzi anticarro colpisce il blindato Centauro del sottotenente Andrea Millevoi, primo caduto italiano in Somalia. Intanto, all'interno del quartiere gli incursori del 9º Col Moschin trovano un grosso deposito di armi mentre un convoglio di auto (forse con il generale Aidid a bordo) fugge tra i veicoli facendo perdere le proprie tracce.
Alle 8 giunge l'ordine di ripiegare dall'area, ma i mezzi pesanti della colonna del Genio intasano la strada. L'impasse italiana galvanizza i somali che attaccano un cingolato Vvc Iº uccidendo il paracadutista Pasquale Baccaro, approfittando anche degli ordini che hanno negato ai carristi italiani di rispondere con i cannoni da 150 mm.
Quando una granata colpisce uno dei carri dell'Ariete, altri M 60 aprono il fuoco sparando otto cannonate contro il nemico, che fin dall'inizio delle ostilità non hà esitato a farsi scudo di donne e bambini. Dopo il ripiegamento della Folgore i reparti speciali del Col Moschin e Tuscania lanciano un contrattacco nel corso del quale viene ucciso il sergente maggiore incursore Stefano Paolicchi, il cui veicolo viene catturato dai somali. Gli elicotteristi, che dal cielo hanno seguito tutta la battaglia senza poter intervenire per gli ordini che volevano ridurre a minimo il rischio di vittime civili, ricevono finalmente l'ok e un Mangusta può colpire con un missile Tow il veicolo Vm 90 catturato dai somali, che si disintegra insieme a 16 miliziani di Aidid. Gli italiani si ritirano lasciando il check point "Pasta" in mano somala.
Il generale Loi rifiuta di dare il via a un'azione di rappresaglia che colpirebbe soprattutto i civili. La Folgore riprenderà pacificamente l'ex pastificio il 9 luglio, una settimana dopo il primo grande scontro a fuoco dell'operazione Ibis, nel corso del quale gli italiani ebbero tre morti e 22 feriti mentre Aidid confermò la perdita di 80 suoi miliziani. I civili che restarono sul campo di battaglia furono almeno 300.
Farewell, good ol' Marjan... The lone king of Kabul zoo succumbs to his age at 48, after surviving years and years of deprivations and symbolizing to kabulis the spirit of resiliency itself Well.....that's sad news, indeed. To my eyes, Marjan symbolized hope. However, in thinking about that dear old lion's death I choose to believe that when he heard the swoosh of kites flying over Kabul, heard the roars from the football stadium, experienced the renewed sounds of music in the air and heard the click-click of chess pieces being moved around chessboards....well, the old guy knew that there was plenty of hope around and it was okay for him to let go and fly off, amid kite strings, to wherever it is the spirits of animals go.
Peace to you Marjan and peace to Afghanistan.
[Diana Smith, via the Internet]