FAREWELL MARJAN... Marjan, the one-eyed lone
lion is no longer the king of
Kabul zoo
PICTURES from the grenade attack!
Dear Visitors, these next pages are a heartful tribute to Maria Grazia Cutuli, sweetest friend, valued travelmate and skillful writer for Corriere della Sera, major italian newspaper, who was ambushed and killed by unknown assailants on November 19 2001, while traveling from Jalalabad to Kabul (Afghanistan) together with colleagues Julio Fuentes (spanish newspaper El Mundo), Harry Burton and Hazizullah Haidari (cameraman and photographer, Reuters).
CORANO E GUERRA, LA SCUOLA DEI TALEBAN (13 Aprile 2001) >Maria Grazia Cutuli copyright and courtesy of Corriere della Sera
460209, Maidan Shar, giovane combattente Taleban, che appena uscito da una "Madrassa" in Pakistan aveva subito scelto di andare ad ingrossare i ranghi della prima linea in Afghanistan
Corano e guerra, la scuola dei Talebani In Pakistan un' università alimenta le file degli integralisti: «Combattere è nostro dovere»
DAL NOSTRO INVIATO AKHORA KHATAK (Pakistan) - L' accesso è proibito alle donne, agli infedeli, agli stranieri. «I nostri studenti non amano le visite», sussurra uno dei mullah percorrendo a passi felpati un vicolo costeggiato da caseggiati e buganville. È concessa solo una sbirciata attraverso l' inferriata, oltre la quale si scorge una facciata bianca con archetti verdi, un prato con le tombe dei padri fondatori e la penombra delle stanze segrete dove i futuri guerrieri d' Allah si esercitano allo studio del Corano. Il resto del complesso architettonico che ospita Haqqania, una delle più grandi «madrasse» (scuole coraniche) del Pakistan, rimane nascosto dentro un labirinto di aule, dormitori, moschee, destinate ad accogliere i giovani accoliti dell' integralismo islamico dall' infanzia alla maturità. La scuola sorge ad Akhora Khatak, una cittadina della «North West Frontier», a un' ora d' auto da Peshawar, appena al di qua del Kyber Pass, su quel confine montagnoso che fa da tormentata re trovia all' Afghanistan. Negli anni Ottanta fu una delle centrali di smistamento dei mujaheddin che dal Pakistan, divisi in sette fazioni, organizzavano la resistenza all' invasore sovietico. Oggi è diventata la Cambridge dei Talebani (letteralmente gli «studenti»), il santuario teoretico delle milizie coraniche che governano a Kabul, l' accademia della sharia. Da qui escono i dirigenti del movimento, i quadri medi, i combattenti: 16 province afghane sulle 26 amministrate dai Talebani hanno governatori diplomati ad Haqqania. «Se credete però di trovare qui dei campi di addestramento militare, sbagliate indirizzo», ride Samiul Haq, 63 anni, rettore e guida spirituale della madrassa, un uomo imponente avvolto in una vestaglia marrone con una lunga barba rossa di henné, un turbante in testa e pantofole ai piedi. È un maulana, il «grande maestro», colui che sa interpretare i testi e i codici dell' Islam, oltre che il leader del partito religioso «Jamiat-e-Ulema Islam». «Per noi istruzione e religione coincidono, così come religione e politica», spiega sposandosi dal patio al suo ufficio, dove si accomoda tra una fila di librerie e una corte di mullah. «Combattere fa parte dei nostri doveri. Abbiamo aiutato i mujaheddin nella guerra sa nta contro i sovietici. Adesso sosteniamo i Talebani. Il mondo dovrebbe essere loro grato perché hanno riportato pace e tranquillità in Afghanistan». Il rapporto di filiazione tra i vertici di Haqqania e le milizie afghane ricalca, come ai tempi dell a jihad contro l' Urss, gli interessi del governo pakistano oltrefrontiera. Un esercito amico a ovest serve a bilanciare il fronte aperto in Kashmir con l' India, l' ostilità dell' Iran, le pressioni della Russia. La storia si ripete. «Nel 1992, alla caduta del regime filo-comunista di Najibullah, i mujaheddin hanno cominciato a combattersi tra di loro - ricorda il maulana -. Bisognava trovare una soluzione». L' Afghanistan era nel caos. Il Pakistan in ambasce. Quella massa di figli ribelli, orm ai fuori controllo, ostruiva le vie commerciali per l' Asia centrale, bloccava il progetto americano di un oleodotto che arrivasse al porto di Karachi, fomentava instabilità nell' intera regione. La creazione di un nuovo esercito, un' armata di «puri » capaci di ristabilire i veri principi dell' Islam e sgominare le altre fazioni, venne appoggiata tanto dai gruppi religiosi quanto da alcuni settori dell' esercito e dei servizi segreti pakistani. Il maulana fu il primo a benedire quegli integralis ti di etnia pashtun, come gran parte della popolazione della North West Frontier, che nel 1994 si preparavano a invadere il Paese. «Lasciate che gli studenti prendano le redini dell' Afghanistan», sentenziò Samiul Aq davanti agli uomini dell' Isi, gli 007 pakistani. Lo stesso anno il maulana ha conosciuto il mullah Omar, il capo dei Talebani. Non era stato tra i suoi studenti dell' Haqqania, ma l' amicizia si è cementata al punto che nel 1997, quando Omar l' ha chiamato al telefono per chiedergl i aiuto dopo la sconfitta a Mazar-i-Sharif, il rettore ha chiuso la madrassa per spedire i suoi ragazzi a combattere in Afghanistan. Dopodiché ha convocato i leader di una dozzina di scuole coraniche, sparse per la North West Frontier, convincendoli a mandare 8 mila uomini di rinforzo. Più antico il rapporto con Osama Bin Laden, conosciuto ai tempi della jihad contro i russi. «Eccolo qui - dice il maulana mostrando due foto che lo ritraggono assieme al miliardario saudita -. Questo è l' uomo che gli americani avevano considerato un eroe durante la resistenza contro i sovietici. Perché adesso lo dipingono come un demonio con le corna? Non è cambiato. È lo stesso di allora». Nelle foto, scattate all' interno di uno dei suoi rifugi afghani, Os ama sfoggia il solito sorriso enigmatico, ha una radiolina attaccata all' orecchio, mentre Samiul Aq di profilo gli parla con fare da amico. Crocevia di combattenti, Haqqania. O vivaio del terrore? Dal 1991 la scuola ospita anche gli islamici dell' ex Unione sovietica, tagiki, uzbeki, ceceni, le stesse nazionalità che si ritrovano in Afghanistan a fianco dei Talebani. In prima linea contro l' opposizione guidata dal comandante Massud o nei campi di addestramento finanziati da Osama a imparare l' uso del tritolo. Ma c' è anche un aspetto accademico che alimenta la vocazione alla jihad. La scuola, fondata nel 1947 dal padre di Samiul Aq subito dopo l' indipendenza del Pakistan, si rifà ai principi del «deobandismo», una corrente dell' Islam s unnita nata in India nell' 800 come risposta alla disgregazione creata dall' impero britannico. È una delle scuole più radicali della religione musulmana, più intransigente persino del «wahabismo» saudita, con cui spesso si incrocia in Afghanistan. « Loro, i sauditi, accettano l' imperialismo americano - precisa il maulana -. Noi no». Oggi la scuola accoglie circa 3 mila studenti, ai quali offre oltre all' insegnamento primario e secondario, un master in studi islamici, un PhD con corso supplemen tare di due anni a costo zero. Le regole sono ferree: lezioni e preghiere si alternano fino a sera, pasti due volte al giorno a carico dell' istituto, consentiti alcuni sport come la palla a volo, il calcio, il cricket. Bandita la televisione, permes so invece l' ascolto dei notiziari alla radio. Tra gli hobby praticati dagli studenti, la ceramica e la recita dei poemi ispirati ai versi del profeta. Nessuno spazio alla cultura secolare, a parte una piccola sezione informatica, dotata di una decin a di computer. I fondi non mancano, Haqqania conta su una rete capillare di donatori. Come le altre scuole religiose del Pakistan continua a esercitare il suo peso politico sul nuovo capo di Stato, il generale Pervez Musharraf, salito al potere con u n golpe nel 1999. Nonostante le pressioni internazionali stiano spingendo il governo pakistano a una presa di distanza dai Talebani, gli integralisti non hanno intenzione di mollare la presa. Una prova è l' editto che ha messo al bando le statue pre- islamiche e i Buddha di Bamiyan. Se in privato Samiul Aq ha contestato la campagna demolitoria sostenuta in Afghanistan, in pubblico si allinea ai rigori della sharia. «La volontà di Dio è stata compiuta, inshallah».
Farewell, good ol' Marjan... The lone king of Kabul zoo succumbs to his age at 48, after surviving years and years of deprivations and symbolizing to kabulis the spirit of resiliency itself Well.....that's sad news, indeed. To my eyes, Marjan symbolized hope. However, in thinking about that dear old lion's death I choose to believe that when he heard the swoosh of kites flying over Kabul, heard the roars from the football stadium, experienced the renewed sounds of music in the air and heard the click-click of chess pieces being moved around chessboards....well, the old guy knew that there was plenty of hope around and it was okay for him to let go and fly off, amid kite strings, to wherever it is the spirits of animals go.
Peace to you Marjan and peace to Afghanistan.
[Diana Smith, via the Internet]